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LOTTO 5 CONSIP SCUOLE


CON LA SOSPENSIVA EMESSA DAL CONSIGLIO DI STATO IL MIUR PROCEDA IMMEDIATAMENTE

ALL’ASSEGNAZIONE DELLA GARA-PONTE PER IL LOTTO 5 CONSIP SCUOLE
L’ANNOSA VERTENZA CHE RIGUARDA LE LAVORATRICI E I LAVORATORI OCCUPATI NEI SERVIZI DI PULIZIA,
AUSILIARIATO E DECORO DELLE SCUOLE STATALI DEL LOTTO 5 (PROVINCE DI FROSINONE E LATINA)

VEDE FINALMENTE APRIRSI UNA SOLUZIONE!

Lo scorso venerdì 15 febbraio il Consiglio di Stato sezione VI ha accolto il ricorso presentato dal Miur, attraverso l’Avvocatura dello Stato, e dalla Filcams Cgil, tramite i propri legali, nei confronti della sentenza del Tar del Lazio, sezione distaccata di Latina, che di fatto imponeva di invitare la Ma.Ca. (già oggetto di risoluzione Consip lo scorso 30 novembre 2017) alla gara-ponte per il servizio di pulizia e servizi di ausiliariato delle scuole statali del lotto 5.

Decisione del Tar che, di fatto, aveva nuovamente congelato l’assegnazione del nuovo appalto, gettando nello sconforto le lavoratrici ed i lavoratori che con la RTI, di cui Ma.Ca. è capofila, stanno vivendo un’odissea da ormai 5 anni, non ricevendo retribuzione o ricevendola ridotta. Con questa importante ed ulteriore decisione del Consiglio di Stato, l’iter di assegnazione dell’appalto a nuove aziende dovrebbe procedere in tempi molto rapidi, si può intravedere l’effettiva possibilità, per i quasi 800 lavoratori coinvolti, di vedere ripristinati i propri diritti e percepire il giusto salario.

A seguito della pronuncia del Consiglio di Stato, Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltrasporti hanno chiesto al Miur di convocare urgentemente un incontro per stabilire con esattezza i tempi del subentro dei nuovi assegnatari e poter dare qualche certezza in più ai lavoratori, fermo restando che in caso contrario verranno attivate tutte le iniziative utili a sostegno di un percorso celere.

La Filcams Cgil, inoltre, apprende con soddisfazione la decisione del Consiglio di Stato, non solo perché consente di rimuovere l’ennesimo stop al subentro delle nuove aziende nell’appalto in questione, ma anche perché recepisce totalmente, il ricorso e le motivazioni addotte dai legali della stessa Filcams (De Marchis, Bidetti e Bronzini).

Non si comprende, invece, la posizione assunta in occasione del ricorso al Consiglio di Stato da parte dell’USB di Latina, che si è costituita a fianco della società Ma. Ca., per sostenere le ragioni della stessa azienda contro gli interessi dei lavoratori. Nella posizione assunta dal sindacato autonomo si sostiene che Ma. Ca. di fatto è giustificata a “recuperare” quote stipendiali dalle retribuzioni – determinando le buste paga a zero euro – in quanto l’azienda non riceve più i finanziamenti dal 2018 per “Scuole Belle” – progetto nato per risolvere il problema occupazionale e reddituale determinato dalla forte contrazione dei servizi di pulizie definito dalla convenzione Consip.

Quanto è stato sottratto e continua ad essere sottratto dalle retribuzioni dei lavoratori non ha ragion d’essere per due oggettive ragioni: la prima è che per gli anni dal 2014 al 2017 avendo le aziende svolto i lavori di decoro (per i quali hanno ricevuto i relativi pagamenti), le ore contrattuali dovevano essere tutte lavorate, quindi senza aver fondamento il recupero di “ore non lavorate” per tale periodo; la seconda è che dal 2018, per effetto del blocco delle risorse, i lavoratori si sono ritrovati già i contratti individuali ridotti unilateralmente dalle società Ma. Ca. e Servizi Generali.

Se ci sono state “ore non lavorate”, si sono determinate a causa dell’inserimento di lavoratori estranei all’appalto così come denunciato dalla Filcams Cgil alle autorità e agli enti competenti, che ha trovato conferma dagli accertamenti effettuati di recente.

Altresì è noto che per il lotto 5 il differenziale tra le ore di lavoro prestate per i servizi di pulizia e il completamento del parametro contrattuale individuale incide per circa il 35% del montante orario, mentre Ma. Ca. e Servizi Generali stanno trattenendo, da luglio 2017 ad oggi, tra l’80 e il 100% degli stipendi, ben oltre quindi le quote di risorse non erogate alle aziende per “Scuole Belle”. Non fosse sufficiente, le due società hanno, addirittura, recuperato in busta paga anche le somme ricevute in surroga dalle scuole, a seguito della certificazione dei crediti vantati dai lavoratori da parte degli Ispettorati del Lavoro di Frosinone e Latina.

Dai fatti esposti nasce l’incomprensione della scelta di USB di Latina di sostenere il ricorso di Ma. Ca., che ha il solo scopo di allungare i tempi per continuare a gestire l’appalto incassando soldi pubblici e non pagando gli stipendi per il lavoro svolto dai propri dipendenti.

La Filcams Cgil ritiene, o almeno si augura, che la posizione assunta dal sindacato autonomo sia determinata dalla limitata conoscenza di tutti gli aspetti che hanno dato vita a questa annosa e lunga vertenza e auspica solo che tra qualche giorno le lavoratrici e i lavoratori possano tornare ad una situazione di normalità.
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