"Braccianti Sikh trattati come schiavi. Ispezione dei carabinieri alla cooperativa Centro Lazio", questo รจ il titolo dell'articolo pubblicato dalla rivista "L'Espresso" il 24 maggio 2016.
Dopo l'impegno di lungo corso da parte di Flai CGIL Frosinone Latina, finalmente, anche la politica (interrogazione parlamentare presentata da SEL) e la stampa che conta si stanno dedicando a quella che รจ una situazione a dir poco tragica e che Flai e CGIL Frosinone Latina hanno piรน volte definito giustamente e senza mezzi termini "nuova schiavitรน".
Riportiamo di seguito l'articolo pubblicato da "L'Espresso" a cura di Floriana Bulfon e Francesca Sironi.
Almeno questo รจ ciรฒ che emerge dall'ispezione compiuta martedรฌ 24 maggio dalla Commissione parlamentare d'inchiesta sugli infortuni sul lavoro, insieme ai Carabinieri di Latina e agli agenti dei Nuclei Antisofisticazioni e Sanitร , nelle serre fitte della cooperativa “Centro Lazio”, appunto, 150 ettari di coltivazioni nell'Agro Pontino, “una delle piรน grandi realtร del territorio”.
Pomodori, zucchine, melanzane, “alta qualitร ”. Raccolta da cento braccianti, soprattutto indiani, tutti regolari, all'apparenza. Ma all'apparenza. Perchรฉ dalla loro certificazione in busta paga risulterebbero solo 12, 15 ore di giorni lavorativi al mese. Contro i 20 realizzati mediamente, sabato e domeniche comprese. Lo stipendio, cosรฌ, scivola velocemente: dai 9 euro del contratto nazionale ai 3,5 o meno all'ora che prendono veramente. E non solo: dalle loro storie, raccolte grazie a un interprete sul posto, รจ emerso un clima ancora piรน buio.
«Durante l'ispezione, รจ risultata evidente la presenza attiva dei caporali capaci di determinare un clima di paura per le possibili ritorsioni, compresa ovviamente la cessazione del lavoro, per quanti osano ribellarsi», chiarisce la nota: «Si sono presentate evidenti irregolaritร , come ritmi di lavoro di circa 12 ore al giorno per sei giorni e mezzo alla settimana». Il tutto con il cartellino da timbrare, con tanto di caposquadra all'ingresso del campo pronto a registrare l'orario. Le macchinette, che si potrebbero rivelare preziose per documentare le irregolaritร , sono state perรฒ tarate in modo da cancellare le date ogni due giorni.
«Ho provato vergogna. In questi mesi abbiamo studiato e lavorato sulle condizioni del caporalato, in particolare nel settore dell'agricoltura, ma quello che abbiamo ascoltato oggi mi ha fatto vergognare», racconta la presidente della Commissione, Camilla Fabbri: «Siamo al limite della decenza umana. Vi รจ assenza di diritti e non รจ riconosciuta la dignitร ». La maggior parte dei braccianti intervistati sono indiani, appartenenti alla comunitร Sikh. La stessa che dal 9 aprile si sta ribellando, con scioperi e vertenze continue, dopo il secondo suicidio di un ragazzo di 24 anni sfociato in assemblee ogni domenica e una manifestazione a Latina il 18 aprile.
AGRO PONTINO LA PROTESTA DEI SIKH
«Questa รจ la prima ispezione approfondita. ร un passo importante: gli agenti sono rimasti 4 ore e mezzo, hanno bloccato i campi, รจ stato impossibile ai datori di lavoro far scappare i braccianti o prepararli a dare risposte concordate, come al solito. E loro si sono fidati, hanno detto la veritร », spiegano dalla cooperativa inMigrazione, che ha aiutato a portare avanti la denuncia, insieme ai rappresentanti della comunitร . «Acquisita la documentazione studieranno e verificheremo la veridicitร e la corrispondenza tra le dichiarazioni dei lavoratori e quelle della coop», precisa Fabbri: «Laddove emergano delle anomalie il prossimo passo sarร quello di audire l'azienda in senato». Fra i raccoglitori, anche donne. Italiane e rumene. Come i loro vicini di raccolta Sikh, non hanno diritto a Tfr, contributi, anche i soldi pubblici che l'azienda ha raccolto per la formazione sono finiti altrove: non hanno abbigliamento protettivo, riconoscimento della malattia, ricostruisce la Commissione.
Da alcuni mesi, non ricevono nemmeno lo stipendio. Nonostante l'azienda sembri florida: nel 2014 ha chiuso il bilancio con 13 milioni e 874mila euro di fatturato. In un'intervista di marzo, le sorelle Fiorella e Stefania Campa, rappresentanti della coop, insieme ad altri soci, raccontavano i loro progetti per diventare un "vero e proprio colosso dell'ortofrutta", grazie a «un allargamento della base produttiva che spinge oggi la Centro Lazio verso le 15mila tonnellate di ortaggi a frutto, anche di altissimo livello, in grado di soddisfare sia la domanda convenzionale sia quella piรน originale». A quale prezzo? Forse andrebbe chiesto a loro, i lavoratori intervistati oggi. Che raccontano di essere in quella situazione anche da 5, 10 anni. Braccianti. A 3,5 euro l'ora.