9 novembre 2023 - Finalmente si sono riuniti gli Stati Generali della Provincia Frosinone: associazioni datoriali, politica e organizzazione sindacali, insieme per provare a delineare una strategia che possa dare nuova linfa vitale, rilancio e nuovo sviluppo a un territorio ancora attagliato da una crisi economica, sociale e lavorativa profonda. CGIL CISL UIL avevano già realizzato un documento per fornire il proprio contributo e per dare un incipit alla discussione (leggete qui), di seguito l'intervento di Giuseppe Massafra, segretario generale CGIL Frosinone Latina che nell'assise odierna ha provato in soli 5 minuti ha provato ha dare un segnale importante e certamente ha lanciato una sfida alle istituzioni: quando apriamo un tavolo per orientare i milioni e milioni di euro di fondi e PNRR che arriveranno sul nostro territorio?
Ecco l'intervento integrale del segretario generale Giuseppe Massafra.
Buongiorno a tutte e tutti
Ho poco tempo e cercherò di sfruttarlo nel modo migliore possibile.
È Stato detto in apertura: questi Stati Generali, che oggi prendono il via, rappresentano la decisione di aprire un grande dibattito pubblico sulla crisi di questo territorio.
Una crisi che, come abbiamo scritto nel documento presentato da CGIL CISL e UIL per l’occasione, è la combinazione di due fattori. Uno strutturale, che riguarda la condizione in cui versa l’intero Paese, che ha visto crescere in questi anni le disuguaglianze economiche, sociali e territoriali (le cause le conosciamo tutte e non le analizzerò: l’emergenza sanitaria che ha messo in ginocchio il sistema di protezione sociale, le tensioni internazionali che hanno acuito la crisi energetica, la quasi totale assenza di politiche di sviluppo che non ha permesso di agganciare le grandi transizioni in atto, ecc), è una che a che fare con le specificità di questo territorio. Un territorio dalle grandi potenzialità , ma ingessato nelle sue fragilità infrastrutturali, istituzionali, politiche.
In un contesto difficile e in un momento estremamente delicato, in cui le scelte che compiamo possono segnare inesorabilmente la direzione di questo territorio, l’appuntamento di oggi lo possiamo intendere in due modi: oggi dobbiamo decidere quale è il modo giusto.
Questo può essere un’occasione di confronto, in cui siamo chiamati a scattare una fotografia drammatica di quella che è la situazione. Qualche intervista e qualche articolo sui quotidiani.
Oppure, cosa che auspico, l’occasione per avviare una importante azione di sistema, dal basso, in cui tutti noi siamo chiamati a mettere a disposizione le proprie energie, le proprie competenze, per prendere decisioni, sviluppare un’azione incisiva che produce soluzioni, opportunità vere di sviluppo.
Allora 5 minuti oggi non mi bastano per articolare un pensiero complesso (ne ho già utilizzati 2), ma possono essere sufficienti per porre una domanda intanto alle istituzioni qui presenti, che hanno certamente intanto la responsabilità delle decisioni e di imbastire un metodo di lavoro, confidando che il tempo della risposta sia più dei 5 minuti che ho a disposizione.
Anche in questo territorio stanno arrivano (almeno si spera) tante risorse pubbliche dall’Europa, che si sommano a quelle nazionali e regionali. Sono le risorse ordinarie dei fondi strutturali (FSE, FESR, FEASR da orientare proprio per lo sviluppo del territorio), le risorse del PNRR (parliamo di quasi 900 mln per Frosinone di cui 130mln per il lavoro, 300 per la transizione ecologica, 30 per la digitalizzazione, 260mln per scuola università e ricerca, ecc), poi ci sono le risorse del fondo di sviluppo e coesione per le aree interne.
La domanda dunque è secca e approfitto della presenza del presidente Rocca, perché tanto spazio di manovra lo ha la Regione in tal senso.
Quando apriamo un tavolo di confronto negoziale per orientare al meglio queste risorse?
Guardate, lo chiedo perché oggi la direzione dello sviluppo di ogni territorio passa dalla capacità di orientare bene gli investimenti pubblici. Anche le singole vertenze industriali, che è una delle ragioni per cui siamo qui oggi, passano dalla strategia di sviluppo che muovono gli investimenti pubblici. Perché che siano grandi imprese, che hanno la forza per fare investimenti propri, ma li vanno a fare dove hanno maggiori opportunità di farli fruttare o che siano piccole imprese, che da sole non hanno la forza, solo grazie alla capacità del territorio di fare investimenti pubblici in termini di sistema si può pensare di avere capacità attrattiva e di crescita, che per noi significa ovviamente lavoro, lavoro di qualità e dunque anche un motivo in più per i tanti giovani di questo territorio per restare e costruire qui il proprio futuro.
Anche questo dibattito sulle ZES e sull’esclusione della regione Lazio dal beneficio (o ZLS) non significa nulla se non si accompagna ad un investimento sull’infrastrutturazione del territorio. Perché anche quello strumento rischia di essere uno strumento che distribuisce incentivazioni a pioggia senza prospettiva.
O ancora, muovere investimenti pubblici dentro una complessiva strategia di sviluppo che tiene collegati tutti i pezzi: i fabbisogni materiali e immateriali, delle imprese e dei cittadini, che collega gli strumenti di programmazione che abbiamo a disposizione, può essere un incentivo per il sistema delle Bancario (vedo il professore Formisano), attraverso l’effetto revolving, per mettere a disposizione anche capitale privato negli investimenti. Chiaramente è possibile se si stabilisce appunto una strategia.
Chiudo quindi i miei 5 minuti con la domanda di prima, che è ciò che mi predispone ad immaginare una continuità all’appuntamento di oggi: quando apriamo un tavolo negoziale per definire una strategia di sviluppo per questo territorio e più in generale per la Regione Lazio?