Sabato 26 marzo 2016 a Terracina si svolgerà una grande manifestazione dei lavoratori della Coop dei punti vendita di Formia, Cisterna, Frosinone, Fiuggi e Terracina.
La manifestazione avverrà in sciopero generale di tutti i lavoratori dei cinque punti vendita che abbasseranno le serrande il giorno 19 marzo p.v. e anche il giorno 26 marzo in occasione della manifestazione . Il tutto all’interno del pacchetto di iniziative organizzate e indette dalla Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uiltucs-Uil a livello nazionale in tutta la rete vendita d’Italia a sostegno di tali lavoratori.
Questa grave iniziativa è stata presa a seguito della decisione unilaterale assunta da Unicoop Tirreno nel consiglio di amministrazione tenutosi il 29 febbraio scorso e confermata negli incontri sindacali tenutisi in data 9 e 16 marzo scorso a Firenze atta ad abbandonare di fatto tutto il Lazio Sud mettendo in franchising i 5 punti vendita della provincia di Latina e Frosinone.
“Non possiamo assistere inermi – dichiarano le OO.SS.- all’ennesimo disimpegno di aziende importanti da questi territori! Sono anni che assistiamo a delocalizzazioni, chiusure e/o ridimensionamenti di grandi siti industriali, ora tocca al commercio! E tocca alla COOP! La più grande azienda del sistema cooperativo italiano che, a fronte di cali di fatturato, non riesce a trovare una soluzione migliore che affidare a piccoli imprenditori locali la gestione diretta dei negozi e dei dipendenti e lasciando sul territorio soltanto il marchio.
Consideriamo assurda e inaccettabile tale decisione in primis per una questione di metodo che, in barba alle corrette relazioni sindacali di cui tanto si vanta la Coop, ha visto quest’ultima procedere unilateralmente e informare le rappresentanze sindacali soltanto a cose fatte, dopo aver informato direttamente le cabine di regia dei punti vendita, poi, soprattutto per una questione di merito che, per la prima volta in Italia, vede la Coop disimpegnarsi nel franchising non in una situazione di sviluppo o di investimento per creare nuove realtà e posti di lavoro, ma in una situazione di grave crisi.
“Sono troppe le domande che non trovano risposte: come è possibile che piccoli imprenditori locali possano riuscire a risollevare le sorti di punti vendita che neanche la “grande” Coop è riuscita a capovolgere? Che fine fanno le 156 famiglie dei lavoratori dei punti vendita e quelle di tutto l’indotto? I livelli occupazionali? Le condizioni di lavoro? La garanzia di continuità occupazionale e di serenità dei lavoratori coinvolti?
“Si è sempre parlato del mondo cooperativo come elemento distintivo positivo e si è sempre dato atto alla Coop di aver avuto la capacità ed il coraggio di voler investire anche in territori difficili…..oggi cosa è cambiato??? Perché Coop sta prendendo decisioni cosi gravi che, tra l’altro, ha sempre criticato in maniera neanche velata rispetto ad impostazioni di diretti concorrenti rispetto al franchising?